Segno di Trendelenburg: l’andatura tipica del paziente affetto da artrosi dell’anca.

Uno dei segni più tipici della sofferenza dell’anca è il segno di Trendelenburg.

L’andatura di Trendelenburg è il tipico modo di camminare che spesso assume chi soffre di coxartrosi. E’ dovuto ad un’insufficienza/debolezza dei muscoli abduttori dell’anca patologica, in particolare del medio gluteo (muscolo che origina dall’osso iliaco e si inserisce sul gran trocantere del femore).

La funzione del medio gluteo è quella di stabilizzare l’articolazione dell’anca, anche durante il cammino: in parole povere, quando solleviamo il piede sinistro da terra, il muscolo medio gluteo di sinistra si attiva per stabilizzare il bacino e mantenerlo dritto e in equilibrio.

Se questo muscolo è deficitario, durante la fase di volo del passo (quando il piede si stacca dal terreno) si verifica la caduta dell’emibacino controlaterale (cioè dell’arto sano).

Per capire meglio, facciamo l’esempio di un paziente che soffre di coxartrosi a destra, con un importante deficit del muscolo medio gluteo: nel momento in cui questo paziente stacca il piede sinistro da terra per portarlo avanti ed effettuare il passo (fase di volo) i suoi muscoli non hanno la forza necessaria per stabilizzare il bacino e mantenerlo in equilibrio. Ne consegue che l’emibacino controlaterale (anca sana) inevitabilmente cede e si abbassa: il bacino si sbilancia.

In questo caso vedremo questo paziente camminare con la zoppia tipica deli’andatura di Trendelenburg, dove la caduta del bacino dal lato dell’anca sana è associato ad uno spostamento laterale del tronco verso il lato dell’anca patologica: questo compenso viene attuato inconsapevolmente dal paziente per cercare di vicariare il defit di forza muscolare del medio gluteo.

Ecco alcuni semplici esercizi che possono essere eseguiti anche a casa per cercare di rinforzare questi muscoli:

Il numero di ripetizioni da eseguire è proporzionale al dolore e alla singola situazione del paziente. Si lascia all’accortezza di ognuno la capacità di sentire qual è il corretto numero di ripetizioni da eseguire: bisogna sfatare il mito che “più fà male e più fà bene”, ed iniziare invece ad ascoltare il proprio corpo. Durante gli esercizi è giusto sentire la fatica muscolare, ma è scorretto andare a lavorare sul dolore. Inizialmente si possono effettuare solo poche ripetizioni, andando ad aumentarne il numero nei giorni di allenamento a venire. Ricordatevi che il giorno dopo sarà normale avere qualche “doloretto” muscolare a carico dei muscoli che da qualche tempo hanno smesso di lavorare correttamente: non lasciatevi scoraggiare!

E’ buona norma eseguire tutti gli esercizi bilateralmente, non solo dal lato dell’anca affetta da artrosi: questo aiuterà ad avere un buon equilibrio di tutta la catena cinetica.

  1. In decubito laterale si flette il ginocchio della gamba in appoggio per dare stabilità al movimento. L’altra gamba invece dev’essere tenuta tesa. Sollevate il CALCAGNO verso il soffitto (tenendo il piede parallelo al pavimento), NON la punta del piede: questa attenzione è molto importante perchè l’esercizio sia efficace. E’ possibile eseguire una decina di ripetizioni sollevando e abbassando lentamente il piede mantenendo assolutamente fermo il bacino (esecuzione DINAMICA) ed un’altra decina di ripetizioni mantenendo sollevato il piede con la gamba ferma per 10 secondi (esecuzione STATICA).
  1. In posizione supina con le ginocchia flesse: Legate uno di quegli elastici a banda larga (tipo theraband) attorno alle ginocchia. Potete eseguire 10 ripetizioni dinamiche e 10 statiche.
  1. Davanti ad uno specchio: sollevate un ginocchio cercando di non far sbilanciare il bacino, e mantenetelo in asse per il tempo che il vostro medio gluteo vi concede. Ricordate: con entrambi gli arti!
  1. Anche alzarsi e sedersi ripetutamente da una sedia è un buon modo per sollecitare il medio gluteo.

BUON LAVORO A TUTTI!