La classificazione dell’artrosi: ecco come tradurre le diciture che vengono riportate sui referti per lo studio dell’artrosi dell’anca

L’artrosi è una degenerazione parafisiologica che colpisce ossa, cartilagine e capsula articolare. É determinata da un invecchiamento naturale dei tessuti a cui tutti andiamo incontro, chi prima e chi dopo, come le rughe che con gli anni si disegnano sulla pelle del viso.

Attraverso la radiografia possiamo valutare in quale stato si trova la patologia, e quindi la gravità della situazione.

Inizialmente si riduce lo spessore della cartilagine articolare e quindi, le due ossa preposte alla formazione dell’articolazione si avvicinano e il loro margine inizia progressivamente a consumarsi e a deteriorarsi.

Il tessuto osseo dei punti articolari in cui avviene il contatto può necrotizzarsi e subire un processo di cavitazione (si formano della cavità a causa del riassorbimento tissutale): iniziano a formarsi dei GEODI, cisti cave subcondrali dovute all’infiltrazione di liquido sinoviale all’interno delle rime delle microfratture che si formano a causa del contatto tra i capi ossei artrosici.

Avvicinamento e contatto dei capi ossei articolari, oltre ad essere molto dolorosi per il paziente, determinano inoltre una profonda modificazione della struttura dovuta allo sfregamento: si formano lungo i margini delle estroflessioni simili ad un “becco”, dette OSTEOFITI.

Per definire la gravità del quadro artrosico di un’articolazione dell’anca, valutata con esame radiografico, in genere si fa riferimento alla Classificazione di Tonnis:

• Grado 0: l’articolazione non presenta degenerazioni di tipo artrosico

• Grado 1: minimo restringimento dello spazio intrarticolare, con iniziale sclerosi a carico dell’acetabolo o della testa del femore

• Grado 2: sono presenti cisti ossee, lo spazio intrarticolare é ristretto e la testa del femore ha perso la sua caratteristica forma sferica

• Grado 3: presenza di numerosi osteofiti e cisti di grandi dimensioni, perdita dello spazio intrarticolare e la testa del femore appare gravemente deformata

In molti casi invece, risulta più utile fare una valutazione della gravità del quadro artrosico con una risonanza magnetica nucleare (Rmn), poiché questa é in grado di evidenziare alcune caratteristiche dell’osteoartrite che possono lasciare presagire un eventuale rapido peggioramento della patologia.

• Grado 0: normale, cioè assenza di patologia artrosica

• Grado 1: alta intensità del segnale, disomogeneità della cartilagine (T2WI) ➡️ la colorazione della cartilagine non risulta omogenea; presenta zone più chiare ed infiammate: il metabolismo cartilagineo è alterato

• Grado 2: disomogeneità con aree ad alta intensità di segnale nella cartilagine articolare ((T2WI); trabecole indistinte o perdita d’intensità del segnale nella testa e nel collo del femore (T1WI), ➡️ scarsa definizione delle normali trabecole ossee, con alterazione e attenuazione dell’intensità di colorazione della testa e del collo del femore: il metabolismo cartilagineo é gravemente alterato

• Grado 3: criteri di grado 1 e 2 con zona indistinta tra la testa del femore e l’acetabolo; perdita di segnale subcondrale dovuta a sclerosi ossea, zone di alta intensità a T2 ➡️ l’osso subcondrale risulta infiammato e compatto con segnale alterato; si evidenziano zone localizzate di edema osseo: le alterazioni del metabolismo osseo si traducono in alterazioni della struttura ossea

• Grado 4: criteri di grado 1,2 e 3, inoltre la testa del femore e i bordi acetabolari risultano deformati ➡️ la testa del femore ha perso la sua caratteristica forma sferica, risultano deformazione ossea e grossolane alterazioni dei profili ossei.