La lesione di un tessuto (accidentale o chirurgica) esita sempre in una cicatrice.
Il tessuto cutaneo è formato da diversi strati:
• epidermide (cellule epitelliali)
• derma (cellule di collagene)
• tessuto adiposo sottocutaneo
Noi possiamo vedere lo strato più esterno, ma la cicatrice ha un impatto interno fino alle ossa, sui vasi sanguigni, sul tessuto connettivo, sulle fasce muscolari e sui muscoli stessi.
Gli strati cutanei lesionati reagiscono mettendo in atto dei processi riparativi per cicatrizzare il tessuto danneggiato (quindi infiammato): vengono formati nuovi vasi sanguigni e i fibroblasti producono nuovo tessuto fibroso.
Dal punto di vista didattico possiamo distinguere 3 fasi di cicatrizzazione, ma nella realtà dei fatti queste 3 fasi si presentano contemporaneamente:
• fase acuta (la cicatrice non si è ancora formata)
• riparazione (termina con la completa formazione dell’epitelio superficiale)
• rimodellamento (può durare fino a 2 anni)
Il processo di cicatrizzazione cambia completamente da un paziente all’altro e può essere influenzato da numerosi fattori:
• ematologici (ad esempio se l’edema non viene riassorbito in tempi brevi può dare origine ad una fibrosi)
• biochimici (ormoni tiroidei, ovarici ed estrogeni influiscono in maniera importante, così come un problema diabetologico o l’uso di farmaci immunosoppressori)
• meccanici (ad esempio per la presenza di un corpo estraneo)
Il nuovo tessuto cicatriziale che si forma non presenta peli, ghiandole sebacee o sudoripare, proprio perché è un tessuto fibrotico.
Classifichiamo le cicatrici in:
• fisiologiche (normale tessuto cicatriziale che tutti conosciamo)
• atrofiche (processi riparativi insufficienti, tendenza dei margini della ferita a riaprirsi facilmente)
• ipertrofiche (produzione di un’eccessiva quantità di tessuto fibroso)
• cheloidi (la cicatrice diventa patologica perché viene prodotta una quantità esagerata di collagene che si espande anche nel tessuto sano)
Purtroppo a volte le cicatrici possono causare delle problematiche più o meno gravi:
• contratture
• limitazioni della funzionalità
• dolore riferito anche lontano dalla cicatrice stessa
• disturbi della microcircolazione
É importante prestare attenzione all’evoluzione della cicatrice post-chirurgica poiché il tessuto cicatriziale è sensibile ai raggi solari che ne ritardano la guarigione. Possiamo prendercene cura coprendola con:
• Vestiti
• Cerotti
• creme solari di SPF50 specifiche per cicatrici
• gel di silicone
Un’esposizione ai raggi solari senza le dovute precauzioni potrebbe esitare in:
❗️un ritardo di guarigione
❗️ un’iperpigmentazione, cioè la formazione di macchie scure sulla pelle: è una risposta infiammatoria della cute, per proteggersi contro i raggi UV.
Pensare di abbronzarsi per coprire la cicatrice è una pessima idea, poiché il nuovo tessuto fibrotico, di composizione differente da quello cutaneo, certamente mostrerà la sua diversità in modo ancor più evidente.
Una volta guarita, la cicatrice potrà essere esposta ai raggi solari, ma con molte attenzioni:
• mezz’ora prima dell’esposizione solare é necessario applicare una crema solare SPF50
• durante l’esposizione al sole é bene riapplicare la crema protettiva più e più volte
• dopo l’esposizione al sole é bene detergere la cute e poi applicare una ottima crema idratante